1221 - 2021: 800 ANNI DALLA MORTE DI SAN DOMENICO
All’inizio dell’anno del Signore 2021, ci prepariamo a celebrare l’imminente anno giubilare dell’ VIII° Centenario del Dies Natalis del nostro Santo fondatore, San Domenico (1221 - 2021).
Il 6 agosto 2018, l'allora Maestro Generale dell'Ordine fr. Bruno Cadorè O.P., nella sua lettera di indizione, invitò i religiosi, le religiose e tutti i laici domenicani a “celebrare l’anniversario della morte di San Domenico durante l’anno che inizia il 6 gennaio 2021 fino al 6 gennaio 2022”.
Il tema della celebrazione del giubileo è: " A tavola con San Domenico", che si ispira alla tavola della Mascarella, ossia il dipinto ritraente San Domenico poco dopo la sua canonizzazione. Pertanto, celebreremo San Domenico non come un santo su un piedistallo, ma un santo che gode a tavola della comunione con i suoi fratelli, riuniti dalla stessa vocazione per predicare la Parola di Dio e condividere il cibo e le bevande, dono di Dio.
La celebrazione del giubileo ci invita a riscoprire il carisma domenicano e a riflettere sulla sua vita e sul grande lascito trasmesso ai suoi figli. In che modo, quindi, questa tavola diventa un tavolo per spezzare Parola e Pane della Vita?
Punto focale di questo anno giubilare sarà la Basilica bolognese dedicata al Santo Padre, è qui infatti che la predicazione itinerante di San Domenico culminò e dove i suoi resti mortali sono custoditi e venerati.
Nella Basilica di San Domenico in Bologna, il 6 gennaio, solennità dell'Epifania di Nostro Signore, dopo l'ultima Celebrazione Eucaristica, alle ore 19.30, avrà luogo la lettura del transito del Santo Padre Domenico e, quindi, l'apertura dell'anno giubilare a Lui dedicato.
IL CUORE DI DOMENICO: POVERO DI BENI PER ESSERE RICCO DI CRISTO
"Il suo amore era rivolto talmente di continuo al Signore, che era distaccato da tutte le cose materiali, non solo dalle grandi, ma anche dalle minime e vili. Era infatti non curante dei vestiti, dei libri, delle scarpe, della cinghia, del
coltello e delle altre varie cose ch'egli portava, scelte sempre fra quelle di minor valore.
Spesso riprendeva anche i frati, esortandoli ad evitare la ricercatezza e l'esagerato decoro" (Storie e leggende medievali. Le Vitae Fratrum di Geraldo di Frachet o. p., trad. e note di P. Pietro
Lippini o. p., p. 109)
"Il beato Giordano riassume in una sola frase l'amore di S. Domenico per la povertà personale e il suo distacco da tutto ciò che fosse superfluo: Vero amante della povertà, usava vestiti di poco valore (Giord. 108). Più ricche di particolari le deposizioni dei testi bolognesi al processo per la sua canonizzazione (Atti 17,22, 32, 38, 42, 47) e, per quanto riguarda il vestito, quelli del processo tolosano: Distribuiva con generosità le tonache che gli venivano regalate (n.6), era sempre dimesso nel vestire (n.13), portava una sola tonaca e per di più rappezzata. Preferiva sempre portare cappe più grossolane di quelle degli altri (n.18)" (Storie e leggende medievali. Le Vitae Fratrum di Geraldo di Frachet o. p., trad. e note di P. Pietro Lippini o. p., p. 109, nota 255).