Di Manuela Marinelli
La canonizzazione di Domenico di Guzman avvenne a Rieti nel 1234. Le fonti sono praticamente unanimi nell’indicare la data dell’avvenimento e della città. Discordano però in merito al luogo della proclamazione. Come al solito è agli scritti di don Vincenzo Boschi che si deve ricorrere per avere qualche indicazione attendibile.
I primi biografi del santo non si sono preoccupati di riportare queste notizie probabilmente perché all’epoca tutti i conventi possedevano copie autentiche della Bolla di canonizzazione e quindi appariva superfluo riportare questi dati. Le copie delle Bolle esistenti a volte riportano date e siti differenti perchè la trascrizione autentica era fatta dalla Cancelleria Apostolica che, seguendo la Corte Pontificia nelle varie città in cui si recava, metteva la data e il luogo in cui il Papa si era fermato e la Bolla era stata redatta.
Il De Castillo ne la “Historia General de S. Domingo” cita la Bolla stampata nel 1556 in cui si riporta, come luogo di canonizzazione, Rieti, ma riferisce dei preparativi approntati in Roma. Probabilmente i tumulti di quegli anni spinsero papa Gregorio IX a trasferirsi, il 2 maggio 1234, da Roma a Rieti dove, dopo due mesi, promulgò la Bolla “Fons sapientiae” che ascriveva nell’albo dei santi Domenico di Guzman. A suffragare questa notizia abbiamo la consolidata tradizione locale, sostenuta a sua volta da una iscrizione leggibile in San Domenico fino al 1862 che ricordava l’avvenimento.
La tradizione poi trova conferma in molti testi di vari storici domenicani che concordano tutti con l’anno, il 1234 e la città, Rieti. Secondo Waltz, che ha compiuto accurate ricerche in merito, la Bolla originale doveva essere conservata a Tolosa ed è però andata perduta.
Esistono ancora due esemplari antichi, conservati uno a Bologna, nel convento patriarcale e uno a Firenze in Santa Maria Novella. In entrambi i documenti si riporta “Reate” come città della canonizzazione del santo, mentre resta nel silenzio il luogo dove la solenne proclamazione è avvenuta.
Alcuni hanno indicato la chiesa dei SS. Apostoli, preesistente all’attuale chiesa di San Domenico, ma Boschi sottolinea come l’ipotesi risulti poco credibile per il fatto che la chiesa è stata in seguito abbattuta dagli stessi domenicani per erigere il campanile dell’attuale basilica.
La Bolla probabilmente non riporta il nome della chiesa perché di edifici degni, per un avvenimento così rilevante, a Rieti, a quell’epoca, ne esisteva uno solo: la Cattedrale, ricostruita sulle sue preesistenze nel 1225 e consacrata da papa Onorio III.